Dana Tomsa Oberhoffer

La superbia (collezione privata P.G.) (2008)

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Contatto

tecnica mista/tavola
tema e tracce:

Il superbo è una persona innamorata della propria superiorità, vera o presunta. La superbia affonda le sue radici nel profondo dell'uomo, che è alla ricerca e all'affermazione della sua identità, non elaborata al proprio interno, ma negoziata nel rapporto con gli altri, da cui attende il riconoscimento.

A un certo punto il comunismo ha affermato che gli uomini sono tutti uguali. Da una parte questo è stato benefico al progresso: gli uomini hanno incominciato ad avere pari opportunità indipendentemente da razza, credo, estrazione sociale.
D'altra parte, una forma esagerata di uguaglianza, riconosciuta per diritto di nascita, ha prodotto quell’omogeneizzazione dell'umanità che toglie a ogni uomo la lotta per il riconoscimento, favorendo l'esplosione della superbia.

Al contrario, in una società in cui sono apprezzate le differenze, le persone possono essere orgogliose, nel senso positivo del termine. L'orgoglio sano è quello che ci porta a difendere la nostra dignità di esseri umani, a rifiutare compromessi, a non farci calpestare e a essere soddisfatti di noi stessi quando ci realizziamo.

Nulla di buono si può fare senza un’adeguata stima di noi, rispetto che dipende dalla consapevolezza delle nostre doti e dei nostri limiti; ma quando l'orgoglio travalica, si trasforma in vanità e superbia.

Di solito la persona superba si conosce poco; é talmente infatuata di se stessa che ogni tentativo di renderla più consapevole si rivela inutile. Non vuole ragionare, non tollera alcuna contraddizione, gli piace la compagnia degli adulatori e fa che l'uomo si opponga a ogni trasformazione interiore.

La superbia è sottilmente imparentata con l'invidia, poiché il superbo, se da un lato tende a superare gli altri, quando a sua volta è superato non si rassegna, e l'effetto di questa non rassegnazione è l'invidia.

Al pari dell'invidia, anche la superbia ha un carattere "relazionale" nel senso che nessuno s’insuperbisce in solitudine, ma sempre in relazione agli altri, di cui ha un assoluto bisogno per esprimere nei loro confronti la sua superiorità.

In genere c'è poco orgoglio e molta superbia, poca dignità e molta apparenza: per apparire si è disposti persino a svendersi e servire; e quando qualcuno si mostra gentile e umile, può succedere che il giudizio collettivo è di debolezza; non mancano quelli che se ne approfittano per calpestarlo con prepotenza anche se il suo comportamento non é dettato da debolezza ma da una grande forza morale e spirituale.

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